giovedì 20 maggio 2010

Museo Storico dell'Università di Pavia: cenni storici

Il Museo Storico dell'Università di Pavia nacque nel 1932 in occasione del primo centenario della morte di Antonio Scarpa, fondatore della Scuola Anatomica pavese. A quell’epoca il museo accoglieva scritti autografi, opere a stampa e preparazioni anatomiche dello stesso Scarpa e di altri anatomici come Giacomo Rezia e Panizza. Il materiale anatomico divenne il primo nucleo dell’attuale allestimento museale, inaugurato ufficialmente nel 1936. Nel secondo dopoguerra, alla sezione di Medicina fu aggiunta la sezione di Fisica, intitolata ad Alessando Volta.
Oggi il Museo per la Storia dell’Università contiene preparati anatomici, strumenti di fisica e chirurgici, documenti relativi alla storia dell’ateneo e cimeli.

La Sezione di Medicina si articola in tre sale, intitolate rispettivamente all’anatomico Antonio Scarpa, al patologo chirurgo Luigi Porta, all’istologo e patologo Camillo Golgi.
Nella Sala Scarpa l’attività di studio condotta a Pavia nel campo delle scienza matematiche, naturali e chimiche, è testimoniata da reperti relativi a scienziati quali Vincenzo Brunacci, Lazzaro Spallanzani e Luigi Valentino Brugnatelli.
La Sala Porta è invece in gran parte dedicata ai preparati anatomici riguardanti il sistema circolatorio. Conservati a secco, in alcol o in soluzione di formaldeide, questi reperti testimoniano interventi chirurgici o la risposta a situazioni sperimentali. Accanto a questo materiale sono conservati anche volumi e cartelle cliniche. I pezzi della collezione che destano più curiosità sono la testa e le dita dell’anatomico Antonio Scarpa, conservati in alcol in una teca di vetro. Alcuni spiegano l’esistenza di questi oggetti associandoli al vero e proprio culto che sarebbe nato attorno al professore, mentre secondo altri fu talmente odiato dai suoi collaboratori da giungere a mutilarlo dopo la morte avvenuta nel 1832.
La Sala Golgi accoglie oggetti, manoscritti e appunti delle lezioni di Camillo Golgi, del suo carteggio e l’attestato originala del Premio Nobel assegnatogli nel 1906. Nella stessa sala sono conservati anche reperti di altri medici, tra cui gli strumenti utilizzati da altri scienziati illustri.

La sezione di Fisica comprende due sale: il gabinetto di fisica di Alessandro Volta e il gabinetto di fisica dell’800. Nella prima sala sono conservate le menzioni di Volta e gli strumenti da lui utilizzati per ricerca e didattica. Nella seconda sala sono esposti gli strumenti inventati o utilizzati dai successori alla cattedra di fisica nel corso dell’800.

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